L'altalena degli spiriti

Le origini pagane della Pasqua

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  1. Sumotara
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    Le origini pagane della Pasqua

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    La festività della Pasqua affonda le sue radici in tempi molto remoti, oltre le origini e i significati cristiani legati alla Resurrezione di Cristo.

    conigli-pasquaGià la modalità di calcolo del giorno in cui cade la Pasqua è un indizio chiaro delle origini culturali di questa festa. Il giorno di Pasqua viene difatti stabilito in base alla Luna Piena: cade la domenica dopo il primo plenilunio dall’Equinozio di primavera. Il suo legame con l’equinozio risulta quindi subito manifesto, così come le radici storico-culturali legate alle festività agricole della rinascita primaverile. Tutte le culture dell’antichità celebravano in questo periodo la rinascita della natura, il suo risveglio: gli alberi germogliano, sbocciano i primi fiori e quindi la natura, dopo il gelo dell’inverno, “risorge”.

    Nell’antica Roma ad esempio, proprio in questo periodo successivo all’equinozio venivano celebrate le festività legate ad Attis, figlio della dea Cibele (la Grande Madre): Attis era strettamente legato alla vegetazione, il suo mito prevedeva un ciclo di morte e rinascita legato al ciclo della vegetazione e al suo rifiorire primaverile.

    Altro elemento indicante l’origine pagana a cui poi si sovrappose la festività cristiana, è il riferimento alla Dea Eostre e alla festività di Oestara. Nei paesi di lingua anglosassone infatti, Pasqua si dice Easter, termine di evidente derivazione dalla radice del nome di Eostre, la divinità della primavera e della fertilità, i cui culti venivano celebrati in questo periodo.

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    I due simboli principali della Pasqua sono l’Uovo e il Coniglio, entrambi mutuati dalle antiche tradizioni. Fin dall’antichità l’Uovo porta con sé il significato simbolico di origine della vita, nucleo da cui ogni forma vivente viene generata. All’interno del guscio dell’uovo la vita si forma e matura, per riemergerne al momento giusto. L’uovo è così simbolo universale di fecondità, vita eterna e resurrezione. L’uovo era inoltre associato al femminile, alla Grande Madre, difatti molte delle statue della Dea Madre sono raffigurate con attributi della fertilità: uova o forme che le richiamano, come molteplici seni.

    Significativo a proposito è il mito di Eurinome, dea della Frigia. Eurinome emerse dal caos primordiale, divise il cielo dal mare e iniziò a danzare nuda sulle sue onde. La Dea divertita sentiva il vento del nord soffiarle alle spalle e così lo prese fra le mani e sfregandole creò il serpente Ofione, con cui si congiunse in una danza sensuale. Trasformatasi in colomba, Eurinome depose un Uovo, ordinando ad Ofione di avvolgerlo con le sue spire per sette volte. Al compiersi di ciò, l’Uovo cosmico si dischiuse e da esso fuoriuscì tutto il creato. Nelle feste legate ai riti primaverili di rinascita, venivano spesso consumate uova, in molte tradizioni esse venivano dipinte sui gusci e poi consumate come propiziazione di prosperità e fertilità future.

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    Un altro simbolo della Pasqua è il coniglio o la lepre: entrambi questi animali sono sempre stati considerati simboli di fertilità per la loro velocità nel riprodursi. La stessa dea Eostre veniva spesso raffigurata con una testa di lepre. Presso i Celti era vietato mangiare la lepre, tranne che nel giorno dell’equinozio di primavera o nel giorno di Beltane, quando consumare le sue carni significava divenire partecipi della sua fertilità. Si dice inoltre che le macchie scure sulla superficie della luna piena raffigurino una lepre, reminescenza dell’associazione dell’animale con le divinità lunari. La raffigurazione della lepre nella lunaappare in diverse tradizioni: cinesi, europee, africane e indiane. La lepre sacra degli antichi riti è diventata col passare dei tempi il coniglio pasquale che porta in dono le uova ai bambini.

    Come molte delle antiche festività pagane, anche i culti primaverili legati all’Equinozio furono cristianizzati attraverso un’opera di sincretismo e sovrapposizione di significati cristiani alle antiche tradizioni pagane. Ma come ogni opera di sovrapposizione culturale, gli antichi simboli e le loro tradizioni continuarono a persistere fino a giungere ai nostri giorni.

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